Vi siete mai chiesti cosa potreste fare, nel vostro piccolo, per rendere questo mondo un posto migliore? Non è difficile contribuire al benessere del pianeta, e nonostante la nostra generazione sia cresciuta con un occhio più attento alle problematiche ambientali, c’è sempre qualcosa in più che si potrebbe fare per limitare gli sprechi. Per esempio? Riciclare, recuperare e riutilizzare!
Mi è capitato spesso in passato di guardare il mio armadio, stracolmo di abiti, t-shirt, jeans e qualsiasi altro capo d’abbigliamento che ogni ragazza deve avere, e di rendermi conto di come più della metà delle cose fossero lì, ferme da anni nel loro angolino, dimenticate e soprattutto inutilizzate. Così ho pensato bene di trovare una soluzione concreta per limitare questo “spreco” e mi sono detta: <<perché invece di buttare dei capi ancora nuovi, non faccio in modo che possano tornare utili a qualcuno?>>.
Limitare gli sprechi al giorno d’oggi significa anche RIUTILIZZARE le cose, gli oggetti e dar loro una seconda vita. È un po’ questo il concetto di base dell’ECONOMIA CIRCOLARE. Ne avete mai sentito parlare voi?
L’economia circolare è un’economia che si basa sulla trasformazione degli scarti alimentari o industriali in cose nuove o sul loro riutilizzo. Insomma, è un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro.
Ci sono alcune realtà, più o meno note, che hanno già messo in atto questo tipo di economia. Per noi fashion addicted l’esempio più concreto, a noi più vicino, è quello di H&M: vi sfido, infatti, a non aver acquistato almeno una volta un capo della collezione “H&M Conscious”. Bene, questo progetto è nato con l’intento di rendere la moda – celebre per i suoi sprechi – più sostenibile, tanto da parte del produttore che del consumatore. H&M raccoglie abiti usati e prodotti tessili per la casa come copriletti, lenzuola, asciugamani, tovaglie, tende… poi, in base alle condizioni dei capi raccolti, l’abbigliamento usato verrà o rimesso sul mercato come abiti di seconda mano, o si cerca di recuperarne le fibre tessili. In alcuni casi, invece, alcuni capi potrebbero essere riconvertiti in prodotti per la pulizia o addirittura usati per produrre energia. Spesso lascio le mie cose nei loro negozi.
Molte aziende sfruttano come risorsa la frutta: dalle mele (Frumat) alle arance (Orange Fiber), entrambe ottime materie prime per creare dei tessuti o della vera e propria carta. Altre invece (Qumilk), trasformano gli scarti industriali del latte in caseina, per creare una fibra simile alla lana.
Certo, lo capite anche voi, che prolungare l’uso dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l’efficienza servirebbe a ridurre tantissimo l’impatto ambientale e le emissioni di gas; anche Enel, per esempio, si sta impegnando in questo senso con il progetto Enel Future-E, che consiste nel costruire insieme ai cittadini e alle istituzioni un sistema più pulito ed efficiente a partire dal riutilizzo degli impianti non più produttivi, che vengono trasformati così in poli energetici alternativi.
È importante impegnarsi tutti insieme, il pianeta ha bisogno di noi!