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DALL’UVA AL PROSECCO DOCG, VISITA ALL’AZIENDA RUGGERI di VALDOBBIADENE

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Quando arriva l’autunno in campagna te ne accorgi subito. Te ne accorgi per i viali alberati che improvvisamente si tingono di nuovi colori, per il profumo di mosto nell’aria e per i carretti che trasportano l’uva dove verrà macerata e dove se ne starà tranquilla per un bel po’ di tempo prima di uscire dalle botti.  Ma come si fa il vino, come si fa il Prosecco? Sono stata tra le colline di Valdobbiadene, ospite dell’Azienda Ruggeri proprio a vedere con i  miei occhi come e ovviamente a bermene qualche bicchiere.

Valdobbiadene è un paesino piccolissimo tra basse colline e famosi vigneti, da dove viene prodotta l’uva che poi arriva sulle nostre tavole come PROSECCO DOCG che non va confuso con il Prosecco DOC . La differenza è proprio la zona di origine. Mentre il DOCG viene prodotto solo in 15 comuni del trevigiano, il DOC invece viene prodotto in Veneto e Friuli. Pensate che il Prosecco è il vino italiano più esportato al mondo e nel 2014 ha superato pure lo Champagne  per numero di bottiglie vendute, incredibile!

Ma torniamo al nostro PROSECCO DOCG . Mi piace tantissimo visitare le aziende per conoscere meglio come vengono fatti i prodotti, forse fin da piccola ho guardato troppo Linea Verde o forse, vivere in campagna mi ha resa molto più pratica e curiosa nei confronti dei processi produttivi e sensibile nei confronti dei prodotti della nostra terra. Quindi quando Isabell mi ha invitata a visitare l’azienda di famiglia durante la vendemmia, non ho potuto che dire di sì. Innanzitutto ho scoperto che gli agricoltori del vino sono dei gran simpaticoni, se volessi un fidanzato di 60 anni ci metterei 10 minuti, le blogger piacciono assai. Ho scoperto che se mi regalassero un pezzettino di una vigna di   CARTIZZE  sarei a posto, visto che quelle uve valgono una vera e propria fortuna! Si tratta di una piccola area di soli 107 ettari di vigneto, compresa tra le colline più scoscese di S. Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel comune di Valdobbiadene e che sono di grandissimo pregio.

La tecnica di produzione del prosecco è abbastanza semplice, ma non voglio dilungarmi troppo, principalmente è in quattro fasi, una prima fermentazione grazie a zuccheri e lieviti, poi una seconda in cui il vino viene lasciato riposare in alcune botti di acciaio e poi un terzo passaggio che permette di renderlo spumante e alzarne il tasso alcolico. In pratica, la terza fase ci permette di brindare con le bollicine. Ultima non poco importante la fase dell’imbottigliamento che deve riuscire a non far scappar via l’anidride carbonica e la sua vivacità.

Mi è piaciuta tutta questa spiegazione tecnica ma  quello che mi ha affascinato è stato il vedere arrivare i contadini coi loro carichi, orgogliosi di poter portare le loro uve che poi diventeranno il vino più bevuto al mondo, che accompagnerà milioni di brindisi, tra sorrisi e tintinni di bicchieri.

Ringrazio ancora l’azienda Ruggeri per l’ospitalità e per la visita, per avermi fatto respirare la tradizione contadina veneta ma anche tanta innovazione, che andando di pari passo ci permettono di essere famosi in tutto il mondo per i nostri vini.
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