Sono una di quelle che non butta via quasi niente. E’ più facile che io perda qualcosa su un treno o su un taxi, piuttosto che decida di liberarmene. Ho una soffitta grande e piena di ricordi. Ho cassetti colmi di fotografie. Ho armadi zeppi di vestiti, anche quelli che sono passati di moda e che non porto più. Ma è bello rovistare tra le vecchie cose, pezzi che hanno fatto parte della mia vita. Oggetti che lì per lì sembravano solo cose di plastica ma che col passare del tempo sono diventati frammenti di ricordi, di momenti speciali o semplicemente della mia quotidianità. Ci sono oggetti che col tempo sono diventati dei miti e tra tutti quelli che adoro del mio passato c’è una vecchia Polaroid.
Lo spiego per chi è degli anni 90 o più tardi ancora, dovete sapere, che tanti, tantissimi anni fa, le foto si facevano col rullino. Ebbene sì, c’era un rullino con una pellicola e per vedere le foto si doveva aspettare di finirlo, di portarlo dal fotografo, sperando di non averlo bruciato aprendo lo sportellino o nella peggiore delle ipotesi, di non averlo agganciato bene, quindi di non averne fatta manco mezza. Solo in quel momento, dopo tutta quell’attesa si potevano vedere. Pensate che ansia! La vera rivoluzione è stata la Polaroid . Da piccola viziata di casa i miei genitori me ne regalarono una. In realtà la passione per la fotografia è una questione di famiglia. Mia mamma ha sempre avuto una certa fissazione per le foto e per le macchine fotografiche. Ci sono degli scatoloni di foto di me da piccola, con centinaia di espressioni buffe, cerotti sulle ginocchia e sulla fronte, caviglie sbucciate, vestiti coi colletti bianchi e i calzini coi merletti. Quindi quando i miei mi regalarono la Polaroid fu un vero evento per me. Una macchina tutta mia e che permetteva di fotografare e vedere dopo qualche minuto la foto scattata.
E ci ho pensato un po’. A come le cose cambiano, ma restano sempre le stesse. A come siano passati anni , ma quella macchina fotografica sia effettivamente diventata un mito. Non per niente il simbolino di Instagram non è altro che una Polaroid stilizzata. E ci sono pezzi del mio passato che resteranno per sempre, come la macchina sulla quale me ne andavo in vacanza con la mia famiglia. Recentemente Golf ha festeggiato 40 anni e se siete nati negli anni 70 o 80 come me, di certo vi sembrerà così familiare, impossibile non averne avuta una. E’ stata la macchina per anni della mia famiglia e la prima auto che mio fratello diciotenne si comprò . Il mio ricordo più inteso con la nostra Golf sono i viaggi verso il mare, senza aria condizionata, carichi di valigie e con pure i pomodori dell’orto portati da casa, come se a Jesolo non ci fosse un fruttivendolo. Di quei viaggi e di quell’auto mi sono rimasti impressi il profumo dell’arbre magic, dei materassini gonfiabili e delle creme solari; il caldo dell’autostrada verso il mare, verso le vacanze, con quella Golf che è stata e sarà sempre un mito.
Lo spiego per chi è degli anni 90 o più tardi ancora, dovete sapere, che tanti, tantissimi anni fa, le foto si facevano col rullino. Ebbene sì, c’era un rullino con una pellicola e per vedere le foto si doveva aspettare di finirlo, di portarlo dal fotografo, sperando di non averlo bruciato aprendo lo sportellino o nella peggiore delle ipotesi, di non averlo agganciato bene, quindi di non averne fatta manco mezza. Solo in quel momento, dopo tutta quell’attesa si potevano vedere. Pensate che ansia! La vera rivoluzione è stata la Polaroid . Da piccola viziata di casa i miei genitori me ne regalarono una. In realtà la passione per la fotografia è una questione di famiglia. Mia mamma ha sempre avuto una certa fissazione per le foto e per le macchine fotografiche. Ci sono degli scatoloni di foto di me da piccola, con centinaia di espressioni buffe, cerotti sulle ginocchia e sulla fronte, caviglie sbucciate, vestiti coi colletti bianchi e i calzini coi merletti. Quindi quando i miei mi regalarono la Polaroid fu un vero evento per me. Una macchina tutta mia e che permetteva di fotografare e vedere dopo qualche minuto la foto scattata.
E ci ho pensato un po’. A come le cose cambiano, ma restano sempre le stesse. A come siano passati anni , ma quella macchina fotografica sia effettivamente diventata un mito. Non per niente il simbolino di Instagram non è altro che una Polaroid stilizzata. E ci sono pezzi del mio passato che resteranno per sempre, come la macchina sulla quale me ne andavo in vacanza con la mia famiglia. Recentemente Golf ha festeggiato 40 anni e se siete nati negli anni 70 o 80 come me, di certo vi sembrerà così familiare, impossibile non averne avuta una. E’ stata la macchina per anni della mia famiglia e la prima auto che mio fratello diciotenne si comprò . Il mio ricordo più inteso con la nostra Golf sono i viaggi verso il mare, senza aria condizionata, carichi di valigie e con pure i pomodori dell’orto portati da casa, come se a Jesolo non ci fosse un fruttivendolo. Di quei viaggi e di quell’auto mi sono rimasti impressi il profumo dell’arbre magic, dei materassini gonfiabili e delle creme solari; il caldo dell’autostrada verso il mare, verso le vacanze, con quella Golf che è stata e sarà sempre un mito.